“Lo scambio di missive internazionali si amplia in continuazione. La Mail Art è ormai un dato di fatto in tutto il mondo, non solo occidentale. GAC si inserisce ad hoc in questa situazione, tanto che quasi tutti i mailartisti non solo lo considerano uno di loro, ma quasi un maestro, un anticipatore dei loro intenti. Cominciano quindi ad arrivargli opere per posta da ogni parte del mondo, in cui gli artisti riutilizzano i suoi simboli e l’immagine del suo personaggio per tributargli un omaggio ed un attestato di stima. GAC incornicia tutto meticolosamente, ottiene in breve tempo qualche centinaio di opere che chiama Museo Cavelliniano, sostenendo che in futuro proprio la somma di tutti questi lavori si porrà come la sua opera più importante. GAC è ormai a tal punto conosciuto che cominciano a crearsi in vari punti del mondo gruppi di fans che desiderano tributargli tangibilmente gli onori e la gloria che merita: vengono organizzati una serie di festivals in onore di Cavellini.

Il primo di questi festivals è organizzato in California. GAC vi si reca in compagnia del suo amico fotografo Ken Damy che documenterà, anche con un video, questo avvenimento. Pubblicherà poi un libro che descrive e documenta nei minimi particolari questi avvenimenti, unitamente a quelli di un festival similare tenuto a Budapest. In seguito anche a Middelburg, in Olanda, alcuni amici artisti decideranno di organizzare una manifestazione in suo onore.

Altra peculiare attività di GAC in questo periodo è quella che chiama delle operazioni di andata e ritorno, che consiste nel rinviare al mittente buste, lettere o quant’altro documento divenuto opera di GAC da incorniciare, corredata dai suoi numerosi timbri ed adesivi. Tale attività si inserisce anche nel contesto di mostre internazionali di Mail Art che in questo periodo prolificano in varie parti del mondo ed a cui GAC è costantemente invitato.”

Da “La storia di GAC. Appunti a margine nella ‘Vita di un genio’”, di Piero Cavellini

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